von fpm 25.08.2024 18:00 Uhr

Lo schiaffo “tolomeico” (40)

Continua con Flavio Pedrotti Móser l’excursus sull’italianizzazione a sud del Brenner che con il fascismo minava l’identità culturale.

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

La rubrica dedicata alla patologia di Ettore Tolomei, l’artefice della modifica dei toponimi tedeschi nei 116 Comuni südtirolesi e della quasi totalità della micro-toponomastica, prende avvio dall’annessione del Tirolo storico al Regno d’Italia dopo la Prima guerra mondiale quando vennero a crearsi i presupposti per una radicale politica di italianizzazione dopo la presa di potere fascista. I fascisti, con lo scopo dell’estraniazione culturale e sociale della popolazione autoctona, vietarono l’utilizzo della toponomastica tedesca. Fu così che nacquero neologismi per così dire bislacchi partoriti da menti malsane, corrose dal fanatismo italico che voleva soggiogare la popolazione tirolese cominciando dall’identità culturale. Il Tolomei redasse un elenco dei cognomi del Südtirol per restituire, secondo il suo punto di vista, una appartenenza “italica” con talvolta stramberie e stravaganze davvero parossistiche e anche evidenti scappatoie esilaranti, palesi scalate su specchi scivolosi…

Gatscher, cognome presente a Terlan, a Kiens, a Kaltern (c’è un rinomato caseificio in Pustertal, il Gatscherhöd, specializzato nella produzione di formaggio, yogurt e burro, nonché in formaggi speciali come il formaggio di ginepro…) per l’omino italico doveva essere Gaggi, diffuso in centro Italia ma assente nella nostra regione. Gatterer, che dà il nome anche ad un rifugio (Gatterer Hütte), sarebbe stato Cancelli, anche questo diffuso in centro Italia, Lazio e Toscana soprattutto. Che avrà fatto l’omino? Ha preso “Gatter” che in tedesco vuol dire “cancello” ed ecco fatto. Poi ha preso Gayer e l’ha battezzato in Girardi. Poi, sempre per l’enigmatico svalvolato Ettore, Geiger doveva diventare Carcerieri… un altro cognome inesistente. Geisberger… ecco un ennesimo esempio di isteria lessicale: per l’omino doveva essere Montecapra. Capito? Ok, scompone il cognome e afferra “berg” che è montagna… ma “Geis”? Zero. Dunque, che bevanda aveva ingurgitato prima di trovare “Montecapra”?

E Geiser o Geisser, pure loro… Caprari… Gerstgrasser invece, è stato praticamente tradotto con Dall’Orzo. “Gerste”, infatti, in italiano è l’orzo. Idem per Gerstl. Anche con Gfreiner ha dato esempio di bizzarria… Caprini… per poi dare a Gfrerer la variante Caprari… E Girtler? Poteva con Girtler essere più serio? No, ovviamente ed ecco spuntare all’orizzonte italico Cintari… anche questo inserito nella lunga lista dei cognomi inesistenti in Italia…

Con Glatz la stramberia diventa leggenda ed ecco sfornare un intrepido Collaccio o Collacci… che va subito ad incollarsi alla lista dei cognomi fantasma… “Glatzkopf”, in tedesco significa “calvo” quindi sarebbe stato semmai appropriato un Calvi, visto che questo è un cognome esistente… ma capire o interpretare il funambolico aspirante alchimista è un’impresa… (continua)

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