von fpm 20.08.2024 18:00 Uhr

Vita quotidiana a scuola nel Tirolo storico (29)

Dalla scuola asburgica alle Katakombenschulen: il racconto di un percorso didattico e popolare

collage e elab grafica Flavio Pedrotti Moser

Come si è già diffusamente riportato mentre il processo di italianizzazione e fascistizzazione delle scuole in Südtirol subiva la svolta radicale con l’abolizione dell’insegnamento in lingua tedesca, la popolazione locale cercò di far sopravvivere lingua e cultura tedesca e di trasmettere questo sapere alle nuove generazioni. In questo contesto nacquero le katakombenschulen, le scuole clandestine che cercarono di contenere i danni dell’istruzione fascista che abolì la lingua tedesca, mantenendola così viva e radicata. Riassumendo il percorso fin qui raccontato, le Katakombenschulen (letteralmente le “scuole nelle catacombe”) o anche Geheimschulen (“scuole segrete”), erano un’istituzione considerata illegale e clandestina dal regime fascista volta all’insegnamento della lingua tedesca, ufficialmente vietata, che si diffuse in Südtirol durante il fascismo dal 1924 in poi. Nel 1923 Ettore Tolomei presentò il suo progetto politico per l’italianizzazione dell’Südtirol (cosiddetto Programma di Tolomei), che prevedeva tra le altre cose il divieto dell’insegnamento della lingua tedesca. Fu così che in Südtirol la riforma Gentile ebbe come risvolto l’abolizione dell’insegnamento in tedesco, che pure era la lingua della maggior parte dei cittadini della provincia. L’articolo 17 del R. D. 1º ottobre 1923, n. 2185 ordinava che a partire dall’anno scolastico 1923/24 in tutte le prime classi venisse insegnato soltanto l’italiano e negli anni successivi si dovesse procedere allo stesso modo. Nel giro di cinque anni l’insegnamento del tedesco sarebbe così sparito da tutte le scuole elementari.

Il decreto ministeriale del 22 novembre 1925 impose inoltre l’eliminazione di tutte le ore di insegnamento aggiuntivo del tedesco e poiché restava ancora la possibilità di insegnare la lingua privatamente, il 27 novembre 1925 fu emanato un decreto urgente del prefetto il quale rendeva illegale e quindi punibile anche l’insegnamento nell’ambito privato. Si era scoperta difatti, la presenza di un numero consistente di Katakombenschulen, in particolare nella zona tra Bozen e Salurn. Diversi furono gli insegnanti colti in flagranza di insegnamento clandestino. Essi furono mandati al confino lontano dal Südtirol. Noldin fu arrestato il 23 gennaio 1927 con l’accusa di aver “favorito ed impartito insegnamento privato del tedesco”. La sua condanna fu 5 anni di confino nell’isola di Lipari, da dove tornò malato e morì poco dopo nel 1929. Angela Nikoletti morì giovanissima per le conseguenze di una malattia contratta in prigionia: a lei fu risparmiato il confino. Rudolf Riedl invece fu mandato al confino per 5 anni a Pantelleria, mentre Maria Damian sull’Appennino tosco-romagnolo.

Il fascismo non riuscì però mai del tutto a sopprimere le scuole clandestine, anche per via dell’aiuto offerto dalla Chiesa cattolica alla resistenza sudtirolese. Il presbitero Michael Gamper si adoperò per poter ottenere aiuti e materiale didattico dalla Germania.

Nel 1928, su sollecitazione del vescovo di Brixen Johannes Geisler, fu consentito ai sacerdoti di insegnare la lingua tedesca ai bambini con età compresa tra i 6 e i 14 anni. Le Katakombenschulen durarono comunque fino all’occupazione da parte della Germania nazista (1943) e alla creazione della Zona d’operazioni delle Prealpi, quando il tedesco ritornò lingua ufficiale del Südtirol.

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