21 luglio 1866: 158 anni fa la battaglia a Bezzecca

Nel Museo del Bergisel a Innsbruck si può ammirare la portantina con quale nel 1866 durante la Battaglia di Bezzecca veniva trasportato quello che per turri sembra essere l’“eroe dei due mondi”: Giuseppe Garibaldi. La portantina, ormai si sa, è un trofeo di guerra dei Tirolesi, conquistato dopo la ritirata di Garibaldi e delle “camice rosse” dal Tirolo durante la celebre e popolare battaglia nella quale l’esercito austriaco, anche con l’aiuto di volontari locali, gli Schützen o i Bersaglieri delle valli di Ledro, Giudicarie e dintorni, sconfisse le truppe garibaldine. Tutti ricorderanno il noto se non mitico telegramma con il celebre “Obbedisco” … ebbene, non sarebbe altro che un falso storico, creato ovviamente per giustificare la disfatta.
Nel 1866 Garibaldi cercò di invadere il Tirolo Meridionale attraverso la Val di Ledro per arrivare fino a Trento. Tuttavia, come raccontano le cronache di quel periodo, non trovò ad attenderlo una popolazione contenta del suo arrivo. Anche i diari dei volontari garibaldini parlano di “vana effusione di sangue” e di “guerra disgraziatissima” riferendosi alla “Campagna in Tirolo”. Le battaglie di Bezzecca furono due. La prima con l’esercito regolare austriaco formato soprattutto da Kaiserjäger (Cacciatori Imperiali) e Artiglieria. La seconda battaglia con i Landesschützen (Bersaglieri provinciali) e si svolse il 21 luglio 1866. Nella seconda battaglia fu reclutato il Landsturm Tirolese (volontari locali) quando praticamente la guerra era pressoché terminata perché l’esercito austriaco sconfisse il nemico e Garibaldi dovette rassegnarsi e veder sfumare la conquista del Tirolo.
Come ha ben rilevato lo storico Everton Altmayer, nella prima battaglia furono sbaragliati ben quattro battaglioni italiani agli ordini del colonello Chiassi; le truppe del generale Franz Kuhn costrinsero Garibaldi a una precipitosa fuga fino a Tiarno di Sotto. Ossia: vediamo i militari austriaci assieme ai volontari locali, i Bersaglieri (Schützen) e popolari. Austriaci di lingua italiana e tedesca del Tirolo contro le “camice rosse” di Garibaldi e le truppe del Regno d’Italia. La popolazione locale non fornì nessun aiuto ai garibaldini, anzi, festeggiò i Cacciatori Imperiali (Kaiserjäger) e la vittoria austriaca. La portantina che trasportava Garibaldi, rimasta nelle mani dei Tirolesi, divenne subito un “trofeo di guerra” e si trova tuttora al Museo del Bergisel a Innsbruck.
Sempre al Bergisel, insieme alla portantina, è esposta una bandiera del Ducato di Toscana con la scritta “Morte ai tedeschi, viva l’Italia, viva Pio IX” che risale al 1848 e che fu poi utilizzata dai garibaldini. Anche la bandiera venne conquistata a Bezzecca: non si deve dimenticare che all’epoca, la cosa più nefasta che potesse accadere ad un reparto militare era quella di perdere una bandiera in battaglia. Se qualcuno deve quindi festeggiare, oggi sono i tirolesi e non i “garibaldini”. Qualcuno dovrebbe dirlo a quelle istituzioni che proprio in questi giorni discutono di come colorare di rosso le camicie degli abitanti di Bezzecca.






