von mas 27.06.2024 06:45 Uhr

Briciole di Memoria: Storie di “redenzione”

Massimo Pasqualini ha messo a disposizione della redazione e naturalmente dei lettori di UnserTirol24 la sua collezione di copie del “Risveglio Tridentino” e de “Il Risveglio Austriaco”. Da oggi e per alcune settimane ne pubblicheremo degli estratti:   “La popolazione d’Ampezzo è troppo nota per la sua fedeltà all’Imperatore – Appena gli italiani entrarono in Ala, tutte le persone sospette furono internate in Italia”

Il 20 settembre nei paesi "redenti"

L’Agenzia Stefani recava giorni fa la notizia che per solennizzare la festa nazionale del 20 settembre la Comunità di Ampezzo aveva elargito 1.000 corone  versandole “a titolo di gratitude è d’amore per l’esercito italiano”.

Invece l’offerta venne fatta effettivamente coi soldi della cassa comunale dall’ufficiale italiano che comanda in Ampezzo, e questo a nome della Comunità.

La Comunità di Ampezzo, come tale, però non ci entra, poiché tutti gli uomini abili, fin quelli di 50 e 60 anni, sono sotto le armi.  Sono circa 900 i soldati ampezzani. D’altra parte la popolazione d’Ampezzo è troppo nota per la sua fedeltà all’Imperatore, perché si abbia a pensare che essa abbia ad offrire di sua spontanea volontà un solo centesimo all’Italia  

Nuovi internamenti ad Ala

La “Politische Korrespondenz”  rileva dal confine italiano: La popolazione della cittadina di Ala,  occupata nel maggio dagli italiani,  non ha molto a rallegrarsi, a quanto pare, dei redentori.

Appena gli italiani entrarono in Ala, tutte le persone sospette furono internate in Italia. Ora si è venuti a una nuova retata che portò all’internamento di un numero ragguardevole di altre persone. 

Il loro internamento sarebbe avvenuto, secondo dichiarazioni ufficiali, per contravvenzioni economiche. Ma non si andrà lontani dal vero nel supporre che questi internamenti sono dovuti a un contegno troppo prudente di fronte alle autorità italiane 

Le amare confessioni di un prigioniero italiano

Un nostro cortese amico e prezioso collaboratore ci manda le seguenti interessanti confessioni di un soldato italiano fatto prigioniero e che danno una eloquentissima istantanea dello spirito pubblico e militare italiano.  Ecco integralmente la cartolina del nostro collaboratore.

“Potrà pubblicare le amare confessioni di un militare italiano di Rimini, di famiglia borghese, studente, fatto prigioniero ferito e collocato nell’infermeria militare di …. in Valsugana,  il quale alla infermiera che lo assisteva fece le seguenti espressioni:

Il nostro re è un fantoccio. Salandra e assassino della nazione. Tanti sacrifici per formare la nazione. Ora va tutto in malora.

Sono queste confessioni ben amare a fronte dei ciondoli certuni del noto Gabriele D’Annunzio, e dei paroloni del dottor Cesare Battisti, Lanzerotti,  professore Galante ed altri romantici”

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