von mas 05.03.2024 08:30 Uhr

DDL orsi, ieri la discussione in Consiglio Provinciale

La sintesi degli interventi dell’assessore Failoni e dei consiglieri.  Momenti di tensione in piazza Dante, con gli animalisti bloccati dalle forze dell’ordine (una persona è riuscita ad entrare in aula e la seduta è stata momentaneamente sospesa) e  vernice rossa lanciata sugli agenti e sul palazzo della Regione. In tarda serata l’approvazione

In apertura dei lavori, l’assessore competente Failoni ha ringraziato a i colleghi per l’iter ampio e allargato percorso dal disegno di legge in Commissione, che ha previsto l’ascolto attento e rispettoso di tutti i soggetti coinvolti, oltre che per la conferenza d’informazione della scorsa settimana che ha offerto ulteriori argomenti e approfondimenti rispetto al tema oggetto della discussione odierna. Per questo, ha aggiunto amareggiato, non mi attendevo il deposito di oltre 100 ordini del giorno presentati dall’opposizione con un atteggiamento che appare obiettivamente ostruzionistico. Credo che questo ddl sia l’ennesima opportunità di avvicinare le valli alla città; sicurezza per i propri figli, ma anche per coloro che lavorano nei boschi e nei paesi: questo ci chiedono i cittadini. Vi diamo fiducia, ha concluso, per il rispetto del Consiglio e del suo ruolo, ma alla fine occorrerà dare una risposta precisa e decisa ai trentini.

Ognuno fa la sua parte, ha esordito Lucia Coppola (Alleanza Verdi Sinistra italiana), ma il tema è complesso e lo è diventato ancora di più a seguito della morte del giovane Andrea Papi. Coppola ha percorso la vicenda e le tappe dell’introduzione dell’orso sul territorio trentino. La montagna è un luogo potenzialmente pericoloso in cui si deve sapere come comportarsi. Caccia, punture di vespa, incidenti escursionistici, morti sul lavoro nei boschi: la montagna non è un luogo addomesticato e le insidie devono essere tenute in conto e relativamente alla convivenza con gli orsi occorre fare molto più di quanto sia stato fatto. Il numero di abbattimenti possibile e per non compromettere lo stato di conservazione della popolazione ursina, stabilito in un massimo di 8, non significa a suo avviso che quello è il numero di orsi da sopprimere annualmente, ma va commisurato allo stato e alle condizioni di salute, tenendo conto delle fragilità della popolazione. Necessario anche allargando (questo l’oggetto di un suo ordine del giorno) la zona del Casteller per permettere di custodire gli orsi eventualmente ritenuti pericolosi, scongiurandone l’abbattimento a priori. Il voto al ddl sarà naturalmente negativo, ha anticipato Coppola concludendo l’intervento.

Roberto Paccher (Lega nord) ha preso la parola per ricordare che il garante delle minoranze Francesco Valduga aveva pattuito con la maggioranza tempi non contingentati a questo disegno di legge, in cambio di una discussione laica e corretta su un tema così delicato e che sta a cuore dei trentini. Per avere dato fiducia alle minoranze, ora ci troviamo con oltre 100 ordini del giorno, ha dichiarato amareggiato e la prospettiva di restare in aula dieci ore a discutere. Mi sarei atteso maggiore convergenza e il rispetto degli accordi, non certo la strumentalizzazione di un argomento tanto sensibile, ha concluso, suggerendo alle minoranze di andare nelle valli a raccontare di aver ostacolato l’approvazione di un provvedimento tanto atteso.

Paola Demagri (Casa autonomia) ha definito l’intervento di Paccher “un po’ troppo precipitoso”. Venendo al tema in discussione una legge attuale e attuabile per la gestione degli orsi problematici in Trentino c’è già.L’unico articolo del ddl in discussione intacca l’autonomia perché in quell’articolo si indica un ente, il numero 8 di capi e uno spazio temporale blindando di fatto l’applicazione del ddl rispetto al numero, quando la precedente legge lasciava una maggiore discrezionalità alla Provincia, previo parere di Ispra. Dovremmo trovare il modo di ridurre l’atteggiamento terroristico verso la cittadinanza, ha aggiunto, trattando la questione orso come una questione sociale che coinvolge le valli, ma anche le città. Infine, un cenno alle professioni: non dimentichiamoci, ha ammonito, gli allevatori costantemente esposti a rischio assieme ai loro animali, i rifugisti, i proprietari delle baite, i sindaci

Carlo Daldoss (Fratelli d’Italia) ha fatto una piccola cronistoria di un progetto che ha definito indubbiamente “sbagliato per il Trentino” perché il nostro è un territorio troppo antropizzato e la biodiversità molto cresciuta e presente. La gente ha paura, addirittura ad andare sulle ciclabili e occorre chiedersi come ci si deve porre davanti a questo tema: c’è un’accettabilità sociale che è stata ampiamente superata. Fintanto che gli orsi erano in un numero contenuto e fino alla tragedia di Andrea Papi si pensava di potere fare i conti con il problema, seppure ritenuto grave. Oggi il limite è stato superato: più gli orsi sono e più c’è la possibilità di incontrarli e se noi vogliamo salvaguardare l’agricoltura di montagna, il turismo e le valli che negli anni e con duro sacrificio si sono costruite un riscatto sociale, occorre affrontare l’argomento con regole certe e questa legge è un passo in avanti in questo senso.

Filippo Degasperi (Onda) ha convenuto  che il progetto  si è rivelato un totale fallimento. Qui continuiamo ad aggiungere norme continuando a perpetrare errori, con la conclusione che ora ci troviamo da soli a gestire un problema che si è ingigantito con gli anni, complice l’assenza di presidio del territorio con l’aumento delle zone di custodia, il corpo forestale non integrato e una serie di comportamenti scorretti tutti avvallati senza battere ciglio. Tra questi il foraggiamento indiscriminato con finalità venatorie nei pressi degli abitati, che incoraggia atteggiamenti confidenti da parte degli orsi che vengono automaticamente individuati come dannosi e pericolosi, un sistema di adescamento e una trappola per l’orso.   Sulla questione del numero massimo di capi abbattibili fissata dal disegno di legge, orsi che devono essere dannosi o pericolosi, ha ricordato che sulla base dei dati forniti da Ispra sono 6 dal 2009 al 2019 gli orsi ritenuti tali.

Mirko Bisesti (Lega nord) ha richiamato la ragionevolezza e il buonsenso facendo eco in tal senso al presidente Soini intervenuto prima di lui ad osservare che il dubbio sulla volontà di ostacolare il dibattito ben si comprende, se su 110 ordini del giorno presentati solo una decina sono di merito.

Vanessa Masè (Civica) ha ringraziato i colleghi per il lavoro serio ed attento svolto in Commissione e ha richiamato il parere secco del Consiglio delle autonomie locali che nelle audizioni ha espresso una posizione granitica sul tema del contenimento per l’impatto limitante nell’utilizzo del territorio da parte dei cittadini, operatori del bosco e turisti conseguenza di questo progetto. Gianmoena ha parlato dell’abbattimento come soluzione inevitabile per dare sicurezza alla gente che vive in montagna e anche per la selezione della specie, chiedendo certezza e velocità, ha riferito ancora la consigliera che ha definito responsabile la proposta della Giunta in discussione e quanto agli attacchi al mondo venatorio ha richiamato le parole di Giorgio Postal che difende la categoria dei cacciatori, il lor senso di serietà e responsabilità. Ha poi riferito i resoconti di chi notte e giorno sta in alpeggio, dei pastori, dei gestori, degli allevatori che salgono in malga a fine maggio e rientrano a inizio settembre: non vi rendete conto di cosa significhi vivere con l’angoscia per se stessi e per il proprio bestiame, ha detto. Rinunciando a tutelare queste realtà perderemmo il pascolo, perderemmo la tutela e il presidio del paesaggio, la biodiversità del nostro territorio, perderemmo i nostri valori, ha concluso.

La vicepresidente Francesca Gerosa ha precisato la necessità di distinguere il mondo di ambientalisti che lavorano con equilibrio e passione rispetto ai violenti che usano le proprie posizioni contro la Giunta dai quali ha detto di dissociarsi convintamente. Ha sostenuto il disegno di legge in discussione che si aggancia in maniera marcata al mondo della scienza . Se da un lato occorre vigilare sulle normative, ha detto, il fenomeno va indubbiamente gestito, magari assieme alle regioni dell’arco alpino che avevano condiviso il progetto. . La sicurezza delle persone deve venire prima di tutto, all’interno del rispetto dell’ambiente e in un contesto di sostenibilità

Il consigliere Christian Girardi (FdI) ha dato voce alle preoccupazioni e alle istanze raccolte sul territorio e dunque apprezzato la proposta in discussione che offre risposte in tal senso. Oggi ci troviamo a doverci confrontare con la paura dei cittadini, non alimentata dalla narrazione dei consiglieri, quanto dall’esperienza quotidiana vissuta sul territorio e dalle decine di avvistamenti che generano timori e limitano la libertà di circolazione dei cittadini nelle proprie valli. Quali numeri può sopportare il Trentino, qual è la sostenibilità di questo progetto, si è chiesto: rispetto a questo dobbiamo interrogarci, chiedendoci se vogliamo proseguire e conseguentemente arretrare rispetto alle nostre tradizioni e alla frequentazione dei nostri luoghi e delle nostre valli. Se vogliamo mantenere la presenza dell’orso sul territorio dobbiamo gestire il surplus, comprendendo quale sia il numero massimo ammissibile.

La discussione è proseguita nel pomeriggio

All’apertura dei lavori del pomeriggio Roberto Paccher (Lega) ha stigmatizzato le proteste degli animalisti avvenute al  mattino e dichiarato che, in virtù del suo ruolo in Regione, intende presentare un esposto nei confronti dei responsabili: non è accettabile che non si rispetti il palazzo delle istituzioni, che è il monumento dell’autonomia. Ciò che è accaduto non resterà per noi impunito, ha aggiunto. Parole con cui il presidente Soini ha detto di concordare in pieno.

Anche Claudio Cia (Misto) ha concordato con le parole di Paccher. Sui lavori della mattinata ha detto di aver riscontrato un linguaggio comune negli interventi di Girardi e Daldoss: hanno, ha detto, parlato il linguaggio usato dalla lui stesso nella scorsa legislatura. Cia ha parlato delle proteste degli animalisti e delle minacce rivolte nei confronti del presidente Fugatti per sottolineare la difficoltà di gestione di questa partita per lo stesso Fugatti, ma anche per gli assessori Failoni e Zanotelli. Oggi si è qui, ha aggiunto, ma il percorso per arrivarci è stato davvero faticoso. A più riprese alla Giunta è stato contestato di non fare nulla per gestire l’orso, ha ricordato Cia. Il Trentino ha la responsabilità di garantire la sicurezza ai propri cittadini e da parte della scorsa Giunta Fugatti questa volontà c’è stata, ha sempre cercato di porre al primo posto la sicurezza dei cittadini e il territorio lo ha riconosciuto con il voto. A chi dice che per la morte di Andrea Papi ci sono responsabilità istituzionali Cia ha risposto che è vero, ma che non sono della Provincia. Orso e lupo, ha proseguito il consigliere, erano spariti dal Trentino perché erano stati abbattuti perché considerati incompatibili con la sicurezza della popolazione; chi li ha introdotti non aveva memoria di ciò. In una provincia di 6.200 chilometri quadrati, dove il 63% del territorio è coperto di boschi anche di proprietà delle Asuc, ha aggiunto Cia, sono stati introdotti gli orsi con Life Ursus senza chiedere il consenso ai privati. Normative nazionali e direttive europee hanno impedito alla Provincia di poter intervenire con efficacia, ha rilevato Cia, e il presidente e gli assessori hanno avuto sempre presente il fatto che i cittadini sono spaventati, non sono più disposti a condividere il territorio con l’orso. Un’incompatibilità percepita dalle persone in Trentino. Cia ha citato la propria presenza in tv a Mi manda Rai3 e ha detto di aver avuto la percezione che sotto Borghetto non ci si renda conto di cosa si vive in Trentino: i nostri paesi sono nel bosco e parte del bosco. E la popolazione degli orsi cresce del 12% ogni anno, ha aggiunto: nel 2002 ci sono state 14 cucciolate, 25 i cuccioli messi al mondo. Nel 2021 invece 9 cucciolate con 13 piccoli. Il ddl corrisponde all’impegno che la popolazione chiedeva dopo i drammatici fatti del 2023

Michela Calzà (Pd) ha parlato della necessità di garantire sicurezza, una necessità che passa per gli investimenti in monitoraggio e ricerca e poi per un’attività informativa ed educativa. La presenza dell’orso costringe a variare le abitudini umane, dalla gestione dei rifiuti, al foraggio. Qualora queste buone pratiche non bastassero bisognerebbe poi intervenire sugli esemplari problematici. . Su orsi e lupi per Calzà la discussione è degenerata (il riferimento è stato alla protesta di questa mattina), le posizioni si sono polarizzate.  La norma cristallizza un carattere di provvisorietà, tra un anno per Calzà si tornerà inevitabilmente a ridiscutere il contingente di orsi problematici prelevabili. Calzà ha auspicato prenda vita una nuova fase della politica rispetto alle specie protette, ciò a partire dalla proposta di un tavolo scientifico di esperti, rappresentanti di associazioni, portatori di interesse e amministrazioni.

Roberto Stanchina (Campobase) ha parlato di un’emergenza per gestire la quale serve un’unità di intenti.  Si sta discutendo non di un ddl, ma di un errata corrige, ha aggiunto, di uno strumento che già oggi permette di attivarsi per fare ciò che è stato fatto con l’ultimo abbattimento.  Stanchina ha invitato a superare la becera contrapposizione tra valli e città: anche in città la preoccupazione si sente, è di tutti, anche se i fatti gravi sono avvenuti in val di Sole. La preoccupazione è anche di chi viene dal di fuori del territorio. Ha fatto appello all’onestà intellettuale di tutti per trovare soluzioni. Ha ricordato l’intervento di Cerne alla conferenza d’informazione dicendo che nessuno si è scandalizzato a sentir parlare di selezione. Per il consigliere di Campobase il bracconaggio, la mala gestione della caccia vanno combattuti, non la caccia stessa.  Ha lanciato nuovamente un appello alla mediazione e all’approvazione del ddl con 5/3/6/8 odg condivisi che possano portare a una vera gestione anche del lupo (che ha definito un problema silente che avanza).

Luca Guglielmi (Fassa) ha  affermato che la contrapposizione tra valli e città sembra quasi più sentita in città da chi si affanna a dire che il tema è condiviso. Trovare un orso a Trento è diverso che trovarlo a Canazei davanti all’asilo dei bambini. Guglielmi ha detto di aver sentito un sacco di cose che non si riescono a inquadrare: si è qui a fare ideologia e barricate o a trovare soluzioni? Il consigliere di Fassa ha ricordato che una volta i bambini andavano nei pascoli dopo la scuola, senza alcun pericolo: si parla di specie che da anni non esistevano sul territorio. Non è il territorio di questi animali perché dal territorio erano stati debellati. Sulle cifre: 8 orsi problematici sono pochi? Possono esserlo, ma questa non è una proposta temporanea che diventa significativa. Guglielmi ha ricordato il proprio emendamento riguardante il lupo e anticipato il proprio appoggio al ddl.

Eleonora Angeli (Noi Trentino per Fugatti presidente) ha fatto riferimento ai dati emersi nella conferenza d’informazione. L’orso vede un 10% di crescita. Da residente di Trento ha ricordato che ci sono 12 circoscrizioni che sono abitate da persone che vivono anche a contatto con il lupo: ad esempio Vigo Meano, Mattarello, Vigolo Baselga. Non è vero che per chi vive in città l’orso non è un problema, ha rimarcato Angeli. E c’è anche il problema lupo, ha aggiunto. Ha parlato della posizione del sindaco di Mezzana Redolfi: tutti i sindaci chiedono certezze e concretezza rispetto ai casi problematici. Angeli ha ringraziato l’assessore Failoni e ha ricordato che il focus deve essere sulla sicurezza delle famiglie e di coloro che lavorano e vivono nei boschi e nei paesi.

Quando si parla di non abbandonare rifiuti in montagna, ha affermato Maria Bosin (Patt), si parla di situazioni minimali che vengono seguite e sanzionate: non sono queste le cose che possono fare la differenza. Una riflessione, ha continuato, va invece fatta sul foraggiamento.  È vero che non c’è contrapposizione tra territori di montagna e città, ma è anche vero che le esperienze sono diverse. Se si vive ancora in montagna, ha aggiunto, è perché i nostri avi hanno adottato un approccio assolutamente rispettoso della conservazione della natura in virtù delle future generazioni (l’esempio sono i prelievi boschivi e faunistici contingentati): l’abitazione della montagna non ha depauperato la stessa, l’approccio nei confronti della natura è sempre stato virtuoso. Bosin ha espresso solidarietà ai territori che hanno il problema dell’orso. Quando si dice che è necessaria una convivenza, ha dichiarato, ci si ricordi che si calano queste affermazioni e la responsabilità su persone che la vivono in modo diverso da noi, in prima persona (il riferimento è al Trentino occidentale). La consigliera ha voluto smentire poi l’affermazione che vuole che non ci sia custodia degli animali che vengono aggrediti dagli orsi: lasciar andare le bestie e controllarle a distanza era un motivo di maggior professionalità del pastore, invece oggi si dice di tenerle assieme e recintarle. Ci si adegua ai tempi, ma il benessere della montagna non passa per animali recintati che rimangono fermi per tutta la notte con l’orso che gira attorno.. Case e baite sono frutto di sacrifici di generazioni: c’è chi ha un rifugio non sia tranquillo nel portare avanti la propria attività, bisogna affrontare anche questo aspetto con sensibilità. Infine il numero di 8 orsi problematici fissato dal ddl: è frutto di uno studio scientifico, ha sottolineato Bosin, non mette nella condizione di far pensare che stiamo abbattendo orsi tanto per fare, ma che si ha un occhio di riguardo sia per gli animali che per la popolazione.

Francesco Valduga (Campobase) ha espresso la speranza che ci sia una mediazione in corso. Non c’è dubbio, ha voluto precisare, del fatto che la montagna debba essere vissuta in sicurezza: è prima di tutto di chi la abita. E non ci sono dubbi sul fatto che tutto il Trentino sia montagna: fastidioso continuare a contrapporre città e montagna. Da ex sindaco di Rovereto ha ricordato che anche Rovereto vive ed è fatta da territori di montagna, come tanti altri comuni. Per Valduga non ci sono nemmeno dubbi su ciò che va fatto per gestire l’urgenza. Il consigliere ha citato l’articolo 52 dello Statuto di autonomia che dà già delle possibilità di intervento al presidente della Provincia. Bisogna a suo parere invece sottolineare ciò che c’è già a disposizione e cercare di capire cosa si può fare per gestire la convivenza e concentrarsi sulla prevenzione. Se ci si concentra solo sull’abbattimento, ha concluso, si corre il rischio di essere superficiali e malintesi.

Walter Kaswalder (Patt) ha detto di essere convinto che lupi e orsi non possono convivere con un territorio così antropizzato. È poi partito dalla storia e dalle cifre: già nel 1600 nelle carte di regola si parlava di “animali nocivi” e premi e taglie promesse in fiorini per l’uccisione di “animali di rapina”.  C’è un problema e bisogna risolverlo, ha esortato: il progetto di reintroduzione degli orsi è stato calato dall’alto senza sentire i territori, ma l’autonomia significa lasciar decidere i territori se vogliono andare avanti con il progetto o dar mandato al Consiglio e alla Giunta di far finire questo problema. Il contingente di 8 orsi problematici: per Kaswalder può essere un buon inizio, bisogna però per il consigliere avere il coraggio di dire che il progetto è fallito e sbagliato

Gli ultimi interventi del pomeriggio

Dopo una pausa di circa mezzora il dibattito è ricominciato con l’intervento di Daniele Biada di FdI. Il consigliere ha detto che è importante, anche su questo tema, la solidarietà tra abitanti delle città e quelli delle valli. La situazione dell’orso, ha aggiunto, è cambiata con il Covid che ha permesso agli animali di avvicinarsi ai centri abitati rendendo la convivenza con i plantigradi complicata. Biada ha ricordato anche gli allarmi lanciati dai sindaci.

Antonella Brunet della Lista Fugatti ha detto che va contenuto il numero degli orsi, una necessità ampiamente condivisa dalla società civile trentina. Questa legge, ha detto, è un primo passo, un punto di partenza per arrivare però da qualche parte. Un passo dovuto, ha sottolineato, a chi lavora in montagna e chiudendo ha lanciato un appello per contenere anche l’espansione del lupo.

Filippo Degasperi di Onda ha sottolineato che il ddl è stato interpretato in maniera equivoca e anche in aula si è raccontato che il numero degli orsi verrà diminuito o addirittura azzerato. In realtà, ha affermato, nel disegno non c’è neppure scritto che si abbatteranno 8 orsi all’anno. Semplicemente si applicherà il Pacobace per gli orsi potenzialmente pericolosi. Gli emendamenti presentati hanno l’obiettivo di integrare il ddl, ad esempio l’eliminazione del foraggiamento da tutti ritenuto dannoso e fonte di pericolo; un altro riserva gli abbattimenti esclusivamente al Corpo forestale; un altro ancora prevede sanzioni per chi abbandona le carcasse sui pascoli;  uno dei suoi emendamenti riguardava il bracconaggio sottraendo dagli 8 previsti gli abbattimenti fatti dai bracconieri. Poi c’è il tema dei corridoi faunistici e l’odg sul ripristino del numero dei custodi forestali.

Alessio Manica del Pd ha detto che oggi viviamo in una società evoluta che si interroga sulla convivenza con gli altri esseri viventi e l’obiettivo non può essere quello di eradicare i grandi carnivori, ma della coabitazione tra noi e questi animali. Manica ha aggiunto di essere orgoglioso della scelta fatta dalla comunità politica del passato, perché è stato un segno di coraggio per la tutela della biodiversità. Si deve investire e spendere per dare più informazione alle popolazioni. D’altra parte, ha aggiunto, serve un’educazione più diffusa se nei boschi ci sono gli altri carnivori.

L’assessore Roberto Failoni s’è detto soddisfatto perché si è arrivati a una sintesi che rappresenta comunque un segnale importante. Rispondendo a Manica, ha affermato che sulla comunicazione si sta ragionando anche con esperti di alto livello.  Infine, Failoni ha condannato chi ha protestato in aula. Da domani, ha concluso, non si parte da zero, e quella di oggi è una giornata simbolo per la comunità trentina.

In serata la discussione sugli ordini del giorno

Tra Giunta e opposizione è stato raggiunto un accordo che si è concretizzato in alcuni odg a firma congiunta e su due emendamenti.

Uno a prima firma Degasperi e Failoni prevede l’istituzione di un Tavolo sui grandi carnivori, i cui membri saranno scelti dalla Giunta, e che avrà un mandato di 5 anni; un altro, sempre a prima firma Degasperi e Failoni, prevede che gli abbattimenti possano essere effettuati esclusivamente dal personale del Corpo forestale della Pat.

Per ciò che riguarda gli odg uno porta la firma di Coppola e Failoni e si impegna la Giunta a predisporre, entro maggio, un programma di interventi per introdurre, nelle zone più a rischio, cassonetti anti orso per i rifiuti organici e campane semi – interrate sostituendo i bidoni attuali nelle zone ecologiche pubbliche e private se vicini al bosco. Un altro di Degasperi, condiviso con la maggioranza, impegna la Giunta a prevedere entro dicembre la razionalizzazione dell’attività di foraggiamento degli ungulati nelle aree di diffusione dell’orso in particolare nelle aree antropizzate e a rischio. Un altro odg concordato da Failoni con Degasperi impegna l’esecutivo a promuovere un confronto col Consorzio dei comuni per approfondire il tema della sicurezza dei custodi forestali, Infine, con Stanchina e Maule di Campobase accordo sull’impegno a produrre uno studio di fattibilità sull’applicazione nella dissuasione dell’intelligenza artificiale e a commissionare ad un ente di ricerca (Unitn e Fbk) uno studio sperimentale per la realizzazione di strumenti innovativi per il rilevamento degli esemplari.

In tarda serata il disegno di legge è stato quindi approvato con 19 voti a favore,  11 astenuti e 2 contrari (Coppola e Degasperi).  Approvati anche gli ordini del giorno concordati

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