von mas 02.10.2022 09:15 Uhr

No al fascismo, per il Tirolo – La cronaca

A 100 anni dalla Marcia su Bolzano (e su Trento) preludio alla Marcia su Roma e alla presa di potere fascista: una manifestazione commemorativa, partecipata ed articolata, fra passato, presente e soprattutto futuro

Foto: © Südtiroler Schützenbund

Grande partecipazione da ogni angolo del Tirolo (come anticipato ieri sera nel nostro articolo  NO AL FASCISMO, PER IL TIROLO  ) ieri a Bolzano per la manifestazione organizzata dal Südtiroler Schützenbund e dal Heimatbund, una commemorazione che ha voluto dare un segnale forte per la Heimat e contro il fascismo. L’occasione – come ormai risaputo – era il centenario della “Marcia su Bolzano”, durante la quale le milizie fasciste dell’Alta Italia presero il potere sulla città, occuparono la scuola  Kaiserin Elisabeth ed il municipio e deposero il sindaco, il dottor Julius Perathoner (anche a Trento  negli stetssi giorni verranno occupate le sedi istituzionali e cacciato il Commissario governativo Credaro, ritenuto troppo “morbido” lo racconteremo nelle prossime puntate delle rubrica Briciole di Memoria)

Circa 2.000 Schützen oltre a numerosi  partecipanti ed ospiti provenienti da vicino e da lontano hanno risposto all’appello per la cerimonia di commemorazione. Tra i partecipanti c’erano il vicesindaco di Bolzano, Luis Walcher, e i membri del Consiglio provinciale, Myriam Atz Tammerle, Sven Knoll e Andreas Leiter-Reber.

Dopo l’arrivo dei partecipanti nel piazzale antistante la sede della Provincia, il corteo ha sfilato fino all’ex scuola Kaiserin Elisabeth , dove è stata posta una targa commemorativa in ricordo della violenta occupazione da parte delle squadre fasciste, della sua destinazione forzata agli scolari italiani e della ridenominazione della scuola in “Regina Elena”. Il  Landeskommandant Mjr Roland Seppi ha  prununciato un breve discorso:  la ridenominazione forzata della scuola a tutt’oggi non è ancora stata revocata (NdR:  oggi infatti l’edificio scolastico ricorda Dante Alighieri.)  A Bolzano non c’è alcun segno che ricordi i tragici eventi di 100 anni fa, quando agli alunni tedeschi fu da un giorno all’altro  negato l’accesso alla scuola: una prima avvisaglia di quanto sarebbe accaduto l’anno successivo, quando l’insegnamento in lingua tedesca fu completamente messo al bando.

Dopo la marcia attraverso i Portici, l’evento principale si è svolto in piazza del Municipio. Roland Lang, Obmann del Heimatbund ha tenuto il discorso di apertura: “il fascimo in Sudtirolo  non è mai stato superato, anche dopo 100 anni i conti non tornano, ecco  perché siamo ancora qui. Abbiamo difeso la nostra lingua e la nostra cultura e le  difenderemo ancora” ha dichiarato Lang.  Ha fatto seguito il  padrone di casa, il vicesindaco di Bolzano  Luis Walcher, che ha ricordato la figura del sindaco Perathoner:  “Un uomo che come pochi – ha detto – ha saputo riformare e creare servizi nella città di Bolzano, costruendo scuole, servizi di trasporti (il tram per Gries) e insieme a Merano l’Azienda energetica. Siamo rimasti tirolesi nel nostro agire e nel nostro pensiero e spero che riusciremo a rimanerlo per i prossimi 100 anni” – ha concluso Walcher.

Martin Robatscher, referente culturale del SSB, ha illustratoevento, accompagnato da immagini multimediali e reportage dell’epoca, che hanno sottolineato i discorsi principali.

 

 

La storica Margareth Lun  ha analizzato gli eventi storici e ha fatto luce sui tragici accadimenti del 1° e 2 ottobre 1922. La marcia su Bolzano era andata in scena perché le autorità statali si erano prestate al gioco: è stata in pratica un vero colpo di stato.

Il vicecomandante del SSB Christoph Schmid ha fatto riferimento al presente e ha esortato i politici di Bolzano e Roma a imparare dagli eventi storici e a trarne le conseguenze in termini di politica popolare.

Il Bundesgeschäftsführer del SSB  Egon Zemmer ha gettato lo sguoardo futuro  da cui ci si  aspettamo passi coerenti e decisivi per un Sudtirolo senza Italia e per un rafforzamento dell’identità tirolese e dei diritti delle minoranze. E’ fondamentalea una politica coerente  con i diritti dell’ intero  popolo tirolese;  il “Nett luglassen”  (NdR: non lasciar perdere) di Franz Gschnitzer del 1959 è un motto ed un programma ancora attuale

Il discorso commemorativo ufficiale è stato tenuto dall’avvocato  Nicola Canestrini, figlio di Sandro Canestrini, consigliere regionale e avvocato difensore dei Freiheitskämpfer.  Canestrini ha messo in guardia contro pensiero e dalle ideologie fasciste e neofasciste e ha incoraggiato la lotta a favore delle minoranze e per i diritti fondamentali. Tra questi, l’uso della lingua madre, la tutela dei diritti civili  e le competenze autonome. È necessario, anche in tempi come questi, difendere i propri diritti con coerenza. ma in modo democratico rispettando le leggi vigenti, altrimenti i diritti concessi sarebbero una questione meramente transitoria.

 

La Marketenderiin Nadin Rabensteiner ha poi letto il “Manifesto” del Südtiroler Schützenbund,  che chiede la fine del simbolismo nazionalista e delle falsificazioni storiche in Sudtirolo, la fine dei dibattiti unilaterali ristretti in riferimento alla cosiddetta “pace etnica”, l’indipendenza del Sudtirolo  in considerazione degli eventi storici e la convocazione di una commissione per la verità per determinare l’ingiustizia storica.  (NdR: Ne abbiamo già parlato qui su UT24 qualche giorno fa)

Nel discorso conclusivo, il Landeskommandant Roland Seppi ha chiesto   giustizia storica per il Sudtirolo e ha  rimarcato la ferma posizione degli Schützen “Lavoreremo ogni giorno per  far si che l’ingiustizia storica venga sanata. Ci impegneremo con forza e determinazione affinché venga fermata ed invertita la “marcia” verso l’annacquamento e la cancellazione della nostra identità . Per noi è una missione e un onore batterci per lasciare ai nostri discendenti una Heimat tirolese degna di essere vissuta”.

  • Foto: © Südtiroler Schützenbund
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