Festa dell’Autonomia: Il “dritto” della medaglia e…
Si è parlato tanto di Euregio ieri sera a Trento al Teatro Sociale, in occcasione della serata celebrativa dell’Autonomia e del cinquantesimo del suo Secondo Statuto.
Un pezzo importante dell’identità trentina – è stato sottolineato nel corso della cerimonia – quella che si va sempre più riscoprendo e valorizzando. Anche grazie all’Euregio: perchè – anche questo è stato sottolineato – un pezzo importante dell’identità trentina si gioca proprio in relazione al presente e al futuro dell’Euregio: uno straordinario spazio per contare di più in Europa e per far valere gli interessi e le legittime aspirazioni delle popolazioni che qui vivono.
E di Euregio ha parlato ovviamente il Governatore del Land Tirol Günther Platter, al quale è stata conferita la massima onorificenza della Provincia di Trento, l’Aquila di San Venceslao.
Nel corso del suo intervento, Platter ha parlato dei tanti progetti comuni promossi nel corso degli anni, che spaziano dal tunnel di base del Brennero che guarda allo sviluppo del territorio euroregionale, fino alla formazione dei giovani. “L’Euregio è una patria comune e rappresenta il futuro delle nostre comunità. L’obiettivo è quello di continuare a coinvolgere le cittadine ed i cittadini dell’Euregio, oltre ai Comuni, affinché contribuiscano alla crescita territoriale con le loro idee. Insieme possiamo consolidare e accrescere il nostro benessere, continuando ad affrontare sfide importanti”.
Ora si spera che a tante ottime parole facciano seguito molti ma molti più fatti di quelli visti fino ad ora, e che la concretizzazione di progetti, idee, riforme, coinvolgimento, sentimento euroregionali tocchi molto ma molto di più anche la parte più meridionale dell’Euregio.
Proprio quella dove c’è più bisogno di (ri)scoprire l’identità, quella tirolese, quella in cui l’Euregio affonda le sue radici. E dove l‘istituzionalizzazione dell’Euregio potrebbe rappresentare l’unico passaporto verso il futuro, visto che il presente di questa autonomia (die weltbeste… la migliore del mondo, si dice a Bolzano, spesso con un sorriso fra l’ironico e il malinconico) pare avere equilibri piuttosto precari.