San Romedio: un luogo simbolo dell’identità
“Trovarci qui in un momento particolare, dopo la pandemia, ci deve far ricordare ciò che ci unisce e quali sono i valori comuni della nostra terra”: così il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha aperto il saluto agli Schützen riuniti a San Romedio per ricordare il pellegrinaggio fatto dal patriota ed eroe tirolese Andreas Hofer il 7 luglio 1809.
“C’è bisogno di venire nei luoghi simbolo della nostra identità quando si esce da momenti difficili; credo che i cittadini e la società abbiano bisogno di questo: dalla storia e da quello che i nostri nonni hanno fatto e costruito nei momenti di difficoltà, riusciamo a capire come ripartire”, ha detto ancora Fugatti, ringraziando gli organizzatori della giornata, alla quale hanno partecipato compagnie Schützen provenienti da tutto il Tirolo.
All’evento, il cui momento centrale è stata la messa concelebrata dall’arcivescovo di Trento Lauro Tisi e dal rettore del santuario di San Romedio Giorgio Silvestri, hanno preso parte anche il presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder, i consiglieri provinciali Ivano Iob, Lorenzo Ossanna, Paola Demagri e l’assessore regionale Claudio Cia, il presidente della Comunità della Val di Non Silvano Dominici,
Nel corso della mattinata è stato ricordato come l’Euregio rappresenti oggi un nuovo motivo di unità tra i popoli un tempo facenti parte del Tirolo storico. “Stiamo portando avanti e abbiamo quasi terminato, insieme alla Provincia autonoma di Bolzano e al Land Tirol il percorso dei luoghi che hanno visto il passaggio di Andreas Hofer nei nostri territori”, ha ricordato Fugatti, “per ricordare e anche far capire ai giovani da dove è partita la nostra società e quali sono stati i momenti importanti vissuti dalla nostra terra, unita oggi nell’Euroregione”.
Come ha ricordato nel suo intervento il Landeskommandant del Welschtiroler Schützenbund, Enzo Cestari, oltre due secoli fa Hofer, assieme a seicento uomini si recò in pellegrinaggio presso la tomba del santo per invocare protezione e sostegno: “Oggi anche noi siamo qui per richiamare i valori che ci hanno sempre contraddistinto, un patrimonio immateriale fondato sulle nostre tradizioni”
Non è mancato un pensiero di ringraziamento, da parte di tutti gli intervenuti, verso quanti si sono spesi nel periodo dell’emergenza. “Sono state scritte pagine di impegno e solidarietà”, ha ricordato in particolare il vescovo Tisi, che ha incentrato la sua omelia sul valore del dono gratuito e su come ogni nostra comunità abbia bisogno di non lasciarsi sopraffare dal giudizio verso gli altri e dall’idea che ciascuno può farcela da solo.