Briciole di memoria 70: Mainardo II e la rivoluzione sociale
La nostra terra Tirolese già dal 1200 godè di un avanzato stato sociale che ci accompagnò sino all’epoca moderna. Il “padre” di questa rivoluzione sociale fu Mainardo II conte del Tirolo (1238-1295) e il motore di questo cambiamento fu la nascita dell’idea di realizzazione di quel “Maso” che profondamente segnò l’evoluzione della nostra società restando sempre una pietra miliare della storia del Tirolo.
Per comprendere gli eventi che cambiarono il mondo contadino dell’Europa alpina, dobbiamo fare un piccolo salto temporale indietro a prima che nascesse il Conte Mainardo II. Nell’area bavarese le signorie terriere trovano un nuovo modo per approfittare del generale miglioramento economico, prodottosi nel secolo XII, con una vivace richiesta di prodotti agrari da parte della città in espansione. La popolazione rurale è in aumento e i contadini asserviti in sovrappiù. Si offrono nuove possibilità per soddisfare le richieste delle città.
In cambio di denaro, i singoli signori trovano conveniente liberare alcuni dei contadini asserviti, che sono mandati con la propria famiglia a dissodare un terreno incolto. Vengono dotati di attrezzi e suppellettili e autorizzati a costruirsi un maso. In una prima fase il processo riguarda soprattutto le zone più favorite della Baviera, ma presto inizia a distillarsi una variante alpina del nuovo sistema. Ai servi liberati vengono assegnati territori incolti sulle nostre montagne. Il signore fornisce loro non solo strumenti e suppellettili, ma anche vacche, sementi e derrate alimentai di riserva, necessarie a sopperire alla scarsa produttività naturale. I contadini hanno il compito di fondare un maso dedito alla produzione di formaggio, che viene incamerato come censo e può essere vantaggiosamente immesso sul mercato. Sono nate le “svaighe”.
Tuttavia, per convincere i contadini a sobbarcarsi il durissimo lavoro di dissodamento, bisogna offrire condizioni particolarmente favorevoli. I contratti agrari, ovvero i patti tra proprietario della terra e contadino coltivatore, assumono la forma di “Erbleihe” (colonia perpetua a canone invariato). L’essenza di tale contratto sta nel fatto che il canone non può essere aumentato e il contadino ottiene la promessa che lui e ii suoi discendenti potranno restare nel maso per sempre. Il canone prende presto la tipica forma di 300 caciotte l’anno.
Le svaighe, ovvero i masi, si diffondono nei territori alpini a cultura agraria bavarese, compresi i territori che poi faranno parte della Contea del Tirolo. Essendosi in precedenza fermato l’insediamento stabile ad una certa quota, la fascia a quote superiori diviene per circa 150 anni una specie di “nuova frontiera”. Nei territori interessati dal processo di fondazione delle svaighe la popolazione complessiva aumenta di circa il venticinque per cento. Ciò significa che i nuovi contadini delle svaighe (masi) del territorio del futuro Tirolo godono della libertà personale e dispongono di un contratto agrario particolarmente favorevole.
Tra la fine del secolo XIII e gli inizi del secolo XIV la finestra temporale favorevole ai contadini di montagna si richiude. In Germania meridionale riprendono ovunque i processi che portano alla definitiva affermazione della preminenza signorile. I contratti di Erbleihe vengono via vai annullati per esser sostituiti dal contratto tipico della condizione servile, per fare questo i nobili negano di aver mai fatto contratti di Erbleihe con contadini per la fondazione di masi (faccio notare che all’epoca i contadini erano analfabeti e quasi nessuno custodiva contratti scritti).“Dove esistono, si nascondono ai contadini le vecchie carte” recitano numerose disposizioni del tempo giunte fino a noi, soprattutto se riportavano diritti come l’immutabilità del canone concessi nella fase precedente.
Il Tirolo, l’opera di Mainardo II e le ragioni della potenziale permanenza della capacità militare delle giurisdizioni contadine tirolesi
La nascita della Contea del Tirolo a opera di Mainardo II si colloca esattamente durate il periodo in cui, nelle terre tedesche alpine, la finestra temporale favorevole ai contadini sta per chiudersi.
Dalla storia del Tirolo sappiamo che l’insieme dei provvedimenti assunti da Mainardo II per affermare il suo potere delineano “una rivoluzione antifeudale” che non ha pari in tutto il mondo germanico. Al contrario della nobiltà germanica, è l’unico nobile a mantenere con i contadini i contratti stipulati con essi, assicurandosi così la loro fedeltà.
Oltre alle svaighe-masi, molte altre furono le innovazioni sociali da lui introdotte come ad esempio la sostituzione dei giudici nobili (di norma corrotti) con i giudici popolari, la nascita di più di sessanta comunità rurali autonome, la “Dieta di Merano” dove era rappresentato egualmente tutto il popolo nelle sue 4 classi, nobili, clero, cittadini, contadini (ricordiamoci che 500 anni più tardi quando scoppiò la rivoluzione francese nella massima espressione democratica dell’assemblea costituente, la classe contadina, la più povera, non era rappresentata).
L’epoca d’oro Mainardiana fu quella che forgiò il Tirolo come entità geografica e lo avviò su una strada di prosperità dove il germe della “democrazia” iniziò a pervadere indelebilmente il suo popolo .